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OPERA ORIGINALE

  • TITOLO: Vergine in trono col Bambino, i santi Anna, Elisabetta, Agostino e il beato Pietro degli Onesti

  • ​AUTORE: Ercole de Roberti

  • DATA: 1479 - 1481

  • MATERIA E TECNICA: Olio su Tela

  • DIMENSIONI: cm 323 x 240

  • UBICAZIONE: Pinacoteca di Brera

  • INVENTARIO: 203

  • SALA: XXI

Vergine in trono col Bambino, i santi Anna, Elisabetta, Agostino e il beato Pietro degli Onesti

Il dipinto, noto anche come Pala Portuense, fu realizzato tra il 1479 e il 1481 per la chiesa di Santa Maria in Porto Fuori a Ravenna, sotto la cura dei Canonici Lateranensi. Nel XVI secolo, fu trasferito alla chiesa di San Francesco nella stessa città e successivamente, a seguito delle soppressioni napoleoniche, arrivò alla Pinacoteca. Il quadro raffigura un imponente trono ottagonale, su cui è seduta la Vergine, incorniciato da una maestosa architettura. La base del trono è decorata con formelle che imitano rilievi bronzei in stile antico, ispirati all'opera di Donatello per l'altare del Santo a Padova, raffiguranti scene come La strage degli innocenti, L’adorazione dei Magi e La presentazione di Gesù al Tempio.

 

Ai lati del trono sono rappresentati Sant’Agostino, protettore dell’ordine dei Lateranensi, e Pietro degli Onesti, suo fondatore. La base del trono è sostenuta da colonne attraverso cui si intravede un suggestivo paesaggio marino in tempesta, probabilmente un riferimento alla fondazione di Santa Maria del Porto: Pietro degli Onesti, infatti, dopo essere scampato a un naufragio al ritorno dalla Terrasanta, promise alla Vergine la costruzione di una grande chiesa come ringraziamento per il miracolo ricevuto.

 

La pala rappresenta uno degli esempi più significativi della monumentalità composta e classica di de’ Roberti. Qui, l'artista modera l'esagitato dinamismo degli affreschi di palazzo Schifanoia a Ferrara, adottando forme solide e misurate. Le figure sono trattate con un modellato plastico robusto, mentre le inquietudini espressive dell’artista rimangono confinate nelle decorazioni.

Tre donne formidabili, tutte legate da parentela, tutte madri, schierate su un piedistallo a ranghi serrati.
Una aspetta un figlio, una tiene il figlio sulle ginocchia, e una ha sua figlia seduta accanto, ormai madre anche lei. Come le Moire o Parche, le tre divinità del destino della mitologia classica, esse sono il passato, il presente e il futuro non solo della loro famiglia, ma del mondo intero. Con la loro serenità hanno placato una tempesta che infuriava su Ravenna, e ora sono qui per calmare le anime dell’uragano.

Ingrid Rowland

OPERA ORIGINALE

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